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Comment to Arrigo F.G. Cicero1, Claudio Borghi2

1 Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Alma Mater Studiorum Università di Bologna 2 Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di Bologna

Nella definizione delle linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) (1) e della Società Europea dell’Ipertensione (ESH), la “pressione Normale-Alta” o “preipertensione” è caratterizzata da valori di pressione arteriosa sistolica compresi fra 130 e 139 mmHg e/o di pressione arteriosa diastolica compresi fra 85 e 89 mmHg. Le linee guida statunitensi hanno identificato nella “pre-ipertensione” (3) o “pressione normale-alta” un fattore di rischio importante per lo sviluppo di ipertensione arteriosa, di danno d’organo e di complicanze cardiovascolari sul lungo termine, specie nei soggetti più giovani. Considerando che la “preipertensione” ha un’incidenza del 25-50% nella popolazione adulta mondiale (2), interventi di rieducazione dietetica e sanitaria e strategie terapeutiche di prevenzione sono necessarie allo scopo di minimizzare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, caratterizzate da alti livelli di morbilità e mortalità. Dati suggeriscono che Il rischio relativo di incidenza di ipertensione diminuisce di circa il 20% con un intervento intensivo sullo stile di vita e del 34-66% con i singoli farmaci antipertensivi (2).

In relazione agli interventi sullo stile di vita ,le linee guida del 2013 con implementazione nel 2018 (4,5) delle società europee ESH/ESC definiscono come raccomandazioni di classe I e livello di evidenza A per la gestione della pressione normale-alta i seguenti cambiamenti:

1) Ridurre l’assunzione del sale a 5-6 g/die.

2) Ridurre l’assunzione di alcool: non più di 20-30 g di alcool/die per gli uomini e 10-20 g di alcool/die per le donne.

3) Aumentare il consumo di verdura, frutta e prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grassi.

4) Ottimizzare il peso corporeo portando l’indice di massa corporea a 25 kg/m2 e la circonferenza vita <102 cm per gli uomini e <88 cm per le donne.

5) Aumentare l’esercizio regolare (ad es. almeno 30 minuti di esercizio dinamico di intensità moderata 5-7 giorni alla settimana).

6) smettere di fumare

Tra le varie raccomandazioni proposte, rilevante è il cambiamento della dieta visto che ha un impatto significativo nella riduzione significativa del rischio cardiovascolare. Infatti, vari modelli dietetici proposti, come la dieta mediterranea, sono associati a una minore incidenza di sviluppo delle malattie cardiovascolari, nonostante ciò, la prescrizione di diete ipocaloriche e controllate provoca risultati non immediati in quanto l’efficacia varia molto da in individuo a individuo, soprattutto in base all’aderenza e alla costanza nel lungo termine alla dieta (6,7).

Nutraceutici utili nel controllo della pressione arteriosa

In questo contesto l’approccio nutraceutico rappresenta una risorsa essenziale per la pratica clinica, come ribadito dall’ESH che ha pubblicato nel 2020 un position paper (8) sull’argomento evidenziando che componenti dietetici e prodotti naturali hanno dato prove cliniche di efficacia nell’ abbassare significativamente la pressione sanguigna accanto ad un buon profilo di sicurezza nell’uso a breve e lungo termine. Tra gli alimenti, il succo di barbabietola riporta le migliori evidenze cliniche dell’effetto antipertensivo. Tra i nutrienti, gli integratori di magnesio, potassio e vitamina C potrebbero migliorare la pressione sanguigna. Di particolare interesse, una meta analisi di studi clinici randomizzati controllati con placebo che ha evidenziato che i nutraceutici possono indurre una riduzione di pressione sistolica di 2-8 mmHg e pressione diastolica di 2-5 mmHG (9).

L’efficacia della comprovata da evidenze cliniche

Fra gli alimenti ad azione antipertensiva grande attenzione è rivolta alle fonti naturali di nitrati (NO3-) quali precursori del monossido di azoto (NO), essenziale modulatore nell’azione vasodilatatoria e quindi nella modulazione della pressione arteriosa (10-12). Fra le sostanze più concentrate in nitrati inorganici vi è la barbabietola rossa, il cui consumo, già in acuto, è associato a significativa riduzione dei livelli di pressione arteriosa in soggetti normotesi o affetti da ipertensione di primo grado (13). Una meta-analisi di tredici studi clinici controllati contro placebo che hanno coinvolto 325 partecipanti rivela che la supplementazione di barbabietola rossa è associata ad una riduzione significativa di pressione arteriosa sistolica (-4.1 mmHg, 95%CI -6.1 a-2.2, P<0.001) e diastolica (-2.0 mmHg, 95%CI -3.0 a -0.9, P<0.001) (14). Inoltre, una metanalisi di nove studi clinici dimostra che la barbabietola rossa migliora significativamente la funzionalità endoteliale (15), strettamente correlata al rischio di sviluppare malattie cardiovascolare (16).

Come evidenziato nel position paper dell’ESH, il magnesio è uno dei minerali che influenza maggiormente la pressione arteriosa. Studi preclinici suggeriscono che il magnesio influenzi la regolazione della pressione arteriosa stimolando direttamente la sintesi di prostaciclina ed ossido nitrico, modulando la vasodilatazione, riducendo il tono e la reattività vascolare (17), e prevenendo il danno vascolare tramite effetti antiossidanti ed antinfiammatori. Una metanalisi di 34 studi clinici suggerisce che una supplementazione di magnesio con dose media di 368mg/die e per una durata media di 3 mesi comporta una riduzione significativa sia della pressione arteriosa sistolica (2 mmHg, P <0.05) che diastolica (1,78 mmHg, P <0.05) (18).

Tra le vitamine, degno di nota in primis è la vitamina C o acido L-ascorbico avendo un’azione riconosciuta a livello della salute cardiovascolare grazie al suo effetto benefico sulla funzionalità endoteliale. Infatti, una metanalisi di 44 trials clinici evidenzia che la supplementazione con vitamina C migliora la funzionalità endoteliale approssimativamente del 50% soprattutto nei soggetti sani (SMD: 0.50, 95% CI: 0.34, 0.66, P < 0.001), nei diabetici (SMD: 0.52, 95% CI: 0.21, 0.82, P < 0.001) e nei pazienti affetti da scompenso cardiaco (SMD: 0.48, 95% CI: 0.08, 0.88, P < 0.02) (19). Relativamente al mondo delle vitamine anche la tiamina contribuisce al normale funzionamento del cuore, come riferito dal panel di esperti scientifici dell’EFSA (20).

La carenza di tiamina può causare il beriberi, una malattia che colpisce il sistema neurologico e quello cardiovascolare, con sintomi quali estremo affaticamento, amnesia, scarsa coordinazione e perdita di peso. Invece, tra le vitamine liposolubili, rilevante e di particolare interesse è la vitamina D. Dati (21) suggeriscono che la carenza di vitamina D sia un fattore di rischio per infarti, insufficienza cardiaca congestizia, ictus e condizioni associate a malattie cardiovascolari, come ipertensione e diabete. Analisi di NHANES III 1988–1994 di 12,644 partecipanti mostra un’associazione inversa tra i livelli di vitamina D e livelli pressori (22). I meccanismi tramite i quali la vitamina D agirebbe su pressione arteriosa, danno d’organo e rischio di malattia cardiovascolare sono oggetto di studio tutt’oggi (23) ma probabili meccanismi correlati tra la carenza di vitamina D e il rischio di malattie cardiovascolare è riassunto nella figura sotto (Figura 1).

Come dimostrato sopra, numerose evidenze cliniche mostrano che l’uso dei nutraceutici riveste grande importanza per la gestione dei casi con pressione normale-alta sia come strumento preventivo che per rallentare la progressione a ipertensione conclamata e ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari con elevato rischio di mortalità. Grazie alle loro at­tività cardioprotettiva, vasoprotettiva e antipertensiva, rivestono un ruolo primario nella prevenzione della malattie cardiovascolari, fornendo un ottimo strumento a livello salutistico ma anche economico, in quanto la prevenzione è prerequisito sanitario essenziale ma anche un importante strumento per la riduzione della spesa pubblica sanitaria.

Un esempio di nutraceutico, efficace nella prevenzione dell’ipertensione e nel controllo e trattamento della pressione medio alta è una formulazione brevettata composta da estratto secco di barbabietola (500 mg), vitamina C (400 mg), magnesio ossido (300 mg), vitamina B1 (25 mg) e vitamina D (25 mcg). In particolare, l’associazione di magnesio e vitamina C è coperta da domanda brevettuale, in quanto permette una maggiore biodisponibilità del magnesio sottoforma di magnesio ascorbato. I meccanismi di azione implicati nel risultante effetto benefico sul controllo dei valori della pressioen arteriosa sono riassunti nella figura 2.

L’efficacia della formulazione sovracitata è stata confermata da uno studio clinico randomizzato in doppio cieco verso placebo condotto presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna (24).

Lo scopo dello studio era una valutazione di efficacia sul breve e medio termine sui valori pressori di 36 pazienti a pre-ipertesi e ipertesi di primo grado, non trattati farmacologicamente, con un rischio cardiovascolare moderato stimato, secondo l’algoritmo SCORE.

I pazienti sono stati quindi sottoposti ad un periodo di run-in intensificando l’attività fisica al basale ed impostando una dieta mediterranea isocalorica a basso tenore di sodio, come da linee guida per poi iniziare il trattamento per 16 settimane dopo opportuna randomizzazione.

I risultati dimostrano che dopo 8 settimane, la riduzione della pressione arteriosa sistolica mattutina è risultata significativamente maggiore nel gruppo trattato con il nutraceutico rispetto al gruppo con placebo (Figura 3A).

La pressione arteriosa sistolica serale e diastolica mattutina sono migliorate solo nel gruppo trattato con il nutraceutico, significativamente sia rispetto al basale che al gruppo in placebo (Figura 3). Infine la pressione arteriosa diastolica serale è migliorata nel gruppo trattato rispetto al basale (ma non rispetto al placebo). Dopo 16 settimane, la riduzione registrata di pressione arteriosa sistolica mattutina è di -3 (95%CI -4.1 to -0.2) mmHg, pressione arteriosa diastolica mattutina di -5 (95%CI -7.1 to -1.8) mmHg, e pressione arteriosa sistolica serale di -2 (95%CI -3.1 to -0.2) mmHg rispetto al placebo (Tabella 1).

La riduzione pressoria osservata, mantenuta nel tempo, può contribuire al rallentamento dell’invecchiamento vascolare come testimoniato dalla riduzione del rischio cardiovascolare [-0.6 (95% CI -1.1 to -0.1), p<0.05] (Tabella 1).

La tabella 1 riporta le differenze tra i gruppi. Nel gruppo placebo, c’è stata una piccola ma significativa riduzione della pressione arteriosa sistolica mattutina rispetto al basale (p < 0,05). Il gruppo trattato ha mostrato una significativa riduzione di tutti i parametri di pressione mattutina e della sola pressione arteriosa sistolica serale, sia verso il basale (p < 0.05) che verso il gruppo trattato con placebo (p < 0.05).

Conclusione

La pressione normale-alta è un fattore di rischio importante per lo sviluppo di ipertensione arteriosa e malattie cardiovascolari.

La letteratura scientifica dimostra come alcuni nutraceutici siano in grado di ridurre i livelli di pressione arteriosa, specie in soggetti non complicati. Degno di attenzione è un nutraceutico combinato a base di barbabietola rossa, acido ascorbico, magnesio, tiamina e vitamina D, con evidenze cliniche di efficacia nella riduzione della pressione arteriosa sistolica e diastolica in soggetti affetti da pressione normale-alta ed ipertesi di primo grado.

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