Home>Magazine, PCR 2_2021, singoli-articoli>Osservatorio Real Life SICOA: Survey Nazionale sulla Fibrillazione Atriale nell’era della pandemia da COVID-19

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1 Divisione di Cardiologia/UTIC - Ospedale Medico Chirurgico Accreditato “VIlla dei Fiori” - Acerra (NA)​ 2 Ospedale San Raffaele - Milano 3 IRCCS Istituti Clinici Scientifici Maugeri - Milano 4 Ospedale Medico Chirurgico Accreditato Villa dei Fiori - Acerra (NA) 5 Ospedale Pineta Grande - Castel Volturno (CE)

Introduzione

Il progetto Osservatorio Real Life è nato allo scopo di valutare come viene gestita e monitorata la terapia con farmaci anticoagulanti orali di nuova generazione (Direct Oral AntiCoagulants, DOACs), in considerazione del drammatico cambio di scenario imposto dall’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di COVID-19.

Molti Clinici si sono trovati, e si troveranno, a dover rivedere le modalità di prescrizione dei DOACs, e a dover riorganizzare le modalità con le quali monitorare efficacia e sicurezza della terapia in ciascun paziente: come per molte patologie, anche per la fibrillazione atriale (FA), la possibilità di controllare regolarmente i pazienti è significativamente ridotta, sia per il ridimensionamento dei servizi ambulatoriali per il follow-up, che per la scelta da parte di molti pazienti di non recarsi nelle strutture sanitarie per timore del contagio.

È stata così stilata una survey, che comprendeva domande volte a conoscere se la gestione della FA avesse subito dei cambiamenti in epoca di pandemia, a valutare le modalità di scelta e monitoraggio del profilo di sicurezza/efficacia dei DOAC, ed i rapporti della patologia, così come della terapia anticoagulante, con l’infezione da SARS-CoV2.

Sono stati creati 11 gruppi di medici specialisti sparsi su tutto il territorio Italiano e sono stati organizzati due meeting virtuali. I primi incontri sono avvenuti prima di Luglio 2020 ed i secondi sono avvenuti nell’autunno seguente. La versione finale della survey è composta da 26 domande a risposta multipla ed è stata inviata ai 100 medici specialisti partecipanti, uniformemente distribuiti nel territorio Nazionale.

Conclusioni

Dalle risposte che il gruppo di medici specialisti ha dato ai quesiti della survey, emerge prima di tutto quanto sia stato decisivo l’impatto che la pandemia da COVID-19 ha esercitato sulla gestione dei pazienti affetti da FA, e sulla qualità dei servizi che potevano essere offerti. Questo scenario, così profondamente diverso da quello nel quale si era agito fino a pochi anni fa, ha imposto a quasi tutti i medici intervistati un cambiamento nell’approccio terapeutico e di follow up dei pazienti: gli ambulatori hanno subito chiusure in tutto il territorio Nazionale, i pazienti hanno smesso di recarsi presso gli Ospedali nel timore del contagio; si è osservato un calo delle visite di follow up, ma anche un apparente riduzione dell’incidenza di nuove diagnosi di FA, inevitabilmente dovute al fatto che gli stessi pazienti non si rivolgevano ai servizi ospedalieri. Nel migliore dei casi, si è cercato di fronteggiare queste limitazioni implementando i servizi di telemedicina, con risposte però molto variabili in termini di numero di pazienti che effettivamente ne usufruivano.

Nel contesto dell’emergenza sanitaria causata dal COVID-19, i medici intervistati ritengono che la gestione della FA debba essere differente rispetto all’epoca pre-pandemica, in diversi modi:

• è da incentivare, quando possibile, il passaggio dalla terapia con VKA a DOAC, anche indipendentemente dal TTR, questo soprattutto per la necessità di molti meno controlli di follow up per i pazienti trattati con DOAC;

• molti di questi controlli di follow up può essere attuato anche mediante servizi di telemedicina, ed, in minor misura, anche coinvolgendo i MMG nella gestione dei pazienti trattati con DOAC;

• è riconosciuto dalla quasi totalità del campione intervistato come l’edoxaban permette una razionalizzazione della spesa sanitaria, per il suo impatto positivo sulla riduzione dei costi della terapia;

• è essenziale mantenere un canale informativo efficace, dato che per la gran parte del campione intervistato, molti dei casi di eventi avversi (trombotici ed emorragici) nascono da scarsa comunicazione e/o scarsa formazione del paziente riguardo alla terapia che sta assumendo;

• non vi è ancora sufficiente conoscenza scientifica riguardo il nuovo scenario del COVID-19, ed, in particolare, il rapporto con l’incidenza di FA e se sottoporre anche i pazienti asintomatici a profilassi antitrombotica.

Gli specialisti che hanno risposto alle domande della survey sono sostanzialmente d’accordo sulla necessità di avere una gestione diversa della FA nel contesto della pandemia COVID-19, e di incentivare il passaggio da VKA a DOAC se possibile, nel rispetto della sicurezza del paziente. Vi è grande accordo nel favorire un bilancio fra efficacia e sicurezza, in funzione del rischio trombotico e di quello emorragico del singolo paziente. La Nota 97 che viene vista come potenzialmente utile, a condizione di sviluppare la connessione clinico-organizzativa fra ospedale e territorio e di definire con precisione il ruolo ricoperto dai MMG.

Molti auspicano che le nuove tecnologie applicate alla telemedicina potranno finalmente entrare nella routine dell’ambulatorio e dell’ospedale, riducendo notevolmente i tempi di attesa e semplificando di molto il lavoro dei clinici e la vita dei pazienti.

 

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